Teresa e le alter. Storie di donne nella terra dei fuochi
Sono vent’anni che la Campania è sommersa dai rifiuti. Una politica corrotta o incapace, poteri criminali e interessi economici hanno determinato un disastro ecologico di enormi proporzioni. Si è scelta una comunità «debole» per trasformarla nella discarica finale di ogni scarto. Ma la convinzione che quella comunità sarebbe rimasta apatica si è rivelata sbagliata. Si è formata, invece, una comunità resistente capace di battersi per la giustizia ambientale, di proporre soluzioni alternative, di gridare le sue ragioni. In Campania sono le donne a svolgere un ruolo di primo piano. Questo libro racconta le storie di alcune di loro nella convinzione che costruire la memoria significa lottare contro la fine della storia e il ricatto di un presente senza alternative. Raccontare le storie di Teresa e le altre è un antidoto potente, un tassello di una resistenza collettiva, un progetto di guerrilla narrative. Perché la resistenza ha bisogno di voci e di reti. Sulla munnezza campana si sono scritte enciclopedie, trattati scientifici, resoconti giornalistici, persino pièce teatrali. Questo libro vuole fare altro. Tanto per cominciare, si ispira allo slogan del movimento americano della giustizia ambientale: "we speak for ourselves", che qui non significa solo che attivisti e attiviste parlano in prima persona ma rimanda anche al carattere "narrativo" del movimento, alla volontà di sfidare il sistema che ha prodotto ingiustizia con la forza del raccontare. Scrive Marco Armiero nella sua introduzione al volume: «Io mi sono messo a cercare l’ingiustizia, ovvero ho provato a legge- re questa vicenda campana non tanto come una storia di inefficienze, di corruzione, di camorra, ma come una storia che mette a nudo le asimmetrie del potere, il sistematico scegliere comunità marginali, spesso già contaminate, come «zone di sacrificio» destinate ad accogliere ciò che nessuno vuole».